Il nome della Spada

Katana? Bokken? Bokuto? Tachi? Spadatipoquelladeisamurai? Spada Giapponese? La katana o il katana?

Katana Qual é il nome esatto?
E soprattutto.. Perché?
Nella lingua giapponese esistono vari sinonimi per la parola spada, ognuno con le sue sfumature.
Non tanto per la foggia, che rimane la stessa
quanto per le dimensioni e l'uso che ne veniva fatto.

Tachi Storicamente il tachi (太刀) è la prima spada giapponese
che spesso è più curva e leggermente più lunga del katana (刀, al maschile!).
Una spada è definita tachi quando si può agganciarne il fodero (saya) alla cintura (obi),
con la lama rivolta verso il basso,
è il nome generico prossimo alla nostra "sciabola",
usata prevalentemente dalla cavalleria.
Colpisce con fendenti anche se ha una punta affilata.

I daitō (大刀, lama lunga) che anticipano il periodo del katana hanno una lunghezza della lama di circa 78 cm,
superiore a quella del katana che arriva a circa 70 cm.

Se vi sono variazioni sulla lunghezza media del tachi, vengono aggiunti i prefissi ko- se è “più corta” e ō- se è “più lunga”.
Per esempio, tachi che erano shōtō (小刀, lama corta) e la cui lunghezza era vicina ad un wakizashi venivano chiamati kodachi.
Il tachi esistente più lungo (risale al XV secolo ōdachi) ha una lunghezza totale superiore ai 3,7 m (2,2 m di lama) ma ha una funzione cerimoniale. Durante l'anno 1600, i vecchi tachi vennero tagliati e convertiti in katane.

samurai I samurai come simbolo della loro classe di appartenza, portavano, due spade (daisho, “grande e piccola”): una lunga, e l'altra corta.
La spada lunga superava i 60 cm, quella corta misurava tra i 30 ed i 60 cm.
I samurai davano spesso un nome di battesimo alla propria spada e credevano che fosse la fonte del loro valore in battaglia.
Solo a questo punto le lame potevano essere battezzate e chiamate rispettivamente katana e wakizashi,
quando erano cioè, indossate infilate nella cintura da un samurai.

Il kodachi "(spada) tachi piccola o corta", è una spada che è troppo corta per essere considerata come un katana, ma troppo lunga per essere un pugnale.
Grazie alle sue dimensioni, può essere estratto e utilizzato molto rapidamente, così potrebbe essere utilizzato come una sorta di scudo in un combattimento corpo a corpo.
Siccome questa spada è più corta di due shaku (circa 60,6 cm.), essa non supera i limiti nella lunghezza delle lame che potevano possedere i non-samurai durante il Periodo Edo e poteva essere portata dai mercanti.

kodachi La lunghezza del kodachi è simile a quella del wakizashi e anche se le lame differiscono notevolmente in costruzione, il kodachi e il wakizashi sono abbastanza simili
per dimensioni e la tecnica a tal punto che i due termini vengono talvolta utilizzati (erroneamente) in modo intercambiabile.
Mentre la kodachi può avere varia lunghezza, il wakizashi viene forgiato per completare l'altezza di chi lo maneggia o la lunghezza del katana a cui viene associato. Inoltre il kodachi è caratterizzato da una maggiore curvatura rispetto al wakizashi e di solito ha una lunga impugnatura.

nihon token Le lame sono fatte di ferro in lega col carbonio.
I fabbri artigiani usavano fuoco, acqua, incudine e martello per dare forma alle lame.
Intrise di esperienza e mestiere si diceva ricevano l’anima stessa dall’artista che le creava.
Non tutte le lame sono uguali, differiscono per particolari, tra cui la forma della punta, la curvatura, la lucidatura e il disegno dell'affilatura spesso con particolari caratteristiche legate alla scuola (ryu)
e quindi allo stile di combattimento.
Dopo la forgiatura, le lame vengono lucidate e preparate per la “confezione” finale.
Sembra che anticamente, la lama venisse provata su cadaveri o su criminali condannati, cominciando dalle ossa piccole fino a quelle più grandi.
I risultati e la qualità vengono incisi sul nakago, la parte terminale della lama inserita nel manico.

NelTakemusu Aikido il termine tachi viene usato per indicare le tecniche con armi (tachi waza), quando un praticante è armato con il bokken o le forme di combattimento armato (kumitachi).

Il bokken (木剣, bok(u), “legno”, ken, “spada”), è la versione di legno del katana, e viene usata per l’allenamento. Nell’aikidō, la parola bokken è molto utilizzata, nella lingua giapponese invece, generalmente, bokken, è semplicemente un sinonimo di bokutō (木刀,bok(u),”legno”, tō, “spada”).

La differenza sostanziale tra e ken, entrambi sinonimi della parola spada, è nell'uso degli ideogrammi.
Tradizionalmente, il carattere kanji, 剣, ken viene usato all’inizio di termini che hanno a che fare con le spade, ad esempio, in kendō (剣道 la Via della spada) o kenjutsu (剣術 tecniche della spada), la parola ken ha una valenza più prossima al nostro “colpo, dal verbo colpire”.

Il bokutō, non deve essere confuso con lo shinai, la spada di bambù tenuta insieme da legacci, usato oggi per la pratica del kendō.

Anche per il tantō, vale lo stesso identico discorso; tantō o tanken sono appunto sinonimi, entrambi indicano un pugnale. Il tantō in battaglia era tenuto dietro la schiena, per comodità, in quanto l'estrazione della katana e del wakizashi doveva essere fluida e senza intoppi.

I tantō erano spesso simboli di potere e finemente decorati con lacche dorate (makie) e gioielli, venivano utilizzati dai Daimyo sul loro trono o dalle mogli dei samurai come distintivo di casta e per la difesa personale.

Il bokuto, come simulacro di una spada, è parte integrante della tradizione e della storia del Giappone.
Il legno fu indubbiamente uno dei primi materiali utilizzati dall'uomo per costruire un arma e in Giappone fu grazie al diffondersi delle scuole e degli stili di combattimento del kenjutsu ryu che il bokuto assunse un ruolo di grande importanza: usare spade vere negli allenamenti era molto pericoloso e causava spesso la morte o gravi ferite.

Si iniziò, quindi, ad usare una spada di legno accuratamente modellata e sagomata, per conferirle la somiglianza e la sensazione di una spada vera.
Alcune fonti attribuiscono la nascita e la scoperta del bokuto al maestro Tsukahara Bokuden dopo un memorabile duello con il leggendario Miyamoto Musashi.

Questa teoria sembra, tuttavia, leggendaria e poco logica: appare irrealistico credere che in una paese con una tradizione marziale già millenaria all’epoca di Tsukahara cioè intorno alla metà del 1500 nessuno avesse ancora pensato di allenarsi con un bastone di legno robusto che riproducesse la forma, l’equilibrio ed il peso di una spada.

nihon token Probabilmente non era il bokken del giorno d’oggi, le sue dimensioni, probabilmente,
assomigliavano di più alla spada lunga usata a cavallo.
Di conseguenza i ken di quel periodo si aggiravano sui 120/130 cm come quello usato da Miyamoto Musashi con il quale,
si narra, vinse diversi duelli contro spade vere.
Mentre le varie ryu creavano i loro metodi e stili, allo stesso modo i bokken subirono variazioni nella forma e nella fabbricazione diventando diversi da scuola a scuola.

La storia del bokken fu profondamente influenzata dalle leggi dello Shogunato. I rappresentanti delle varie scuole di kenjutsu verificavano l’efficacia delle loro tecniche in shinken shobu (duelli con le spade vere) ciò, ovviamente, comportava la morte del perdente o in alcuni casi, di entrambi i contendenti, furono emanati quindi alcuni editti che proibivano lo shinken shobu. Il bokken fu il sostituto naturale nei duelli e, sebbene non tagliasse comunque provocava gravi danni ed in alcuni casi anche la morte, quindi successivamente anche questa arma fu vietata riservandola esclusivamente ai kata e introducendo lo shinai per i combattimenti sportivi.



Autore: Carlo Cocorullo
Data: 18/06/2016
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