La pratica e l'età

Aikido ed età A che età si può iniziare Aikido?
Qual è l’età ideale?
Fino a che età si può praticare?

La cattiva notizia è che il tempo vola.
La buona notizia è che tu ne sei il Pilota. M. Althsuler

Non esiste una età “ideale”. Personalmente ho iniziato a 21 anni, ma ho conosciuto persone che hanno iniziato a qualunque età. Ho praticato sin da piccolo diversi sport: pattinaggio artistico, tennis, karate, judo, tiro con l’arco, pallavolo, nuoto, ognuno sino ad un buon livello agonistico ma ho trovato il mio completamento solo con l’Aikido. Per completamento intendo, che fa parte integrante della mia vita, mi aiuta nelle scelte e me ne impone altre, mi guida nelle azioni suggerendomene il percorso.

Sicuramente non c’è una età massima, si può iniziare a qualunque età, è una questione di traguardi e di obiettivi. Se a 99 anni, si inizia, ponendosi l’obiettivo di diventare 6 Dan, shihan forse una età minima c’é.

Almeno quella legale, per cui una volta acquisita la cintura nera ci vogliono 2 anni per il II Dan, ulteriori 3 per il III, 4 per il IV .. e così via per un totale di 15 anni per il IV Dan che corrisponde al titolo di Maestro.

Affermazione piuttosto generica, in quanto molto dipende da come si pratica, oltre che quanto si pratica.



Ho visto bambini, intorno ai 5,6 anni praticare con entusiasmo, tralasciando l’aspetto marziale, inteso come consapevolezza marziale. Mi spiego meglio, sicuramente questi bambini affrontano l’Aikido in maniera giocosa e divertente, e imitano la marzialità mostrata dagli adulti. Non c’e’ la consapevolezza del potenziale distruttivo, solo quello costruttivo della creatività e del gioco. E ciò è un gran bene, a volte anche praticanti di lunga data dovrebbero lasciarsi andare all’aspetto giocoso, tuttavia, l’Aikido non è fatto solo di forme, ma di sostanza. E la sostanza è l’interazione tra se e gli altri. La consapevolezza di sé stessi è la presenza di spirito, lo zanshin, non è una presenza formale, ma una essenza.
Certo è che l’hakama, la gonna pantalone, se la potevano risparmiare, ma fa parte del gioco è una imitazione di una forma nella apparenza simile.

Ma la sostanza è diversa. Anni luce da questo movimento, che con mio sommo dispiacere vedo tuttavia molto praticato. Distanze, posizioni, chiusure, che nulla hanno a che fare con l’Aikido. Inteso come Arte Marziale. Come gioco, e ci sta tutto, può anche andare, se dovessi catalogare questo video, andrebbe in Bambini > Giochi > Divertimento > Parodie.

Una Parodia dell’Aikido, che spesso vediamo come Parodia del combattimento.

La parodia – dalla lingua greca parà (simile) + odè (canto) – è l’imitazione di uno stile letterario, musicale o artistico destinata ad essere riconosciuta come tale. In un’accezione più comune tale rielaborazione avviene in chiave comica o più spesso farsesca.

Non è così. L’Aikido non è la farsa di un combattimento, dove si vola a comando e si pensa di poter affrontare uno scontro reale con un “afferra il mio polso”. Non a caso il fondatore non proponeva le forme in movimento, ki no nagare, prima del III Dan.

L’Aikido va affrontato con consapevolezza, con presenza di spirito e con molta molta pazienza. Ci vuole un pò per acquisirne i movimenti e ci vogliono decine e decine di momenti di sconforto, in cui sembra di non aver capito niente di niente, per poter crescere e migliorare.

E’ attraverso questi momenti di crisi, attraverso la maturazione, marziale e personale che si può cogliere l’essenza dell’Aikido. Il movimento, il macro-movimento, no. Basta una gonna pantalone e l’imitazione di un movimento. Non basta una vita per imparare a fare ikkyo.

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